
Domenica dovrò correre 25 km con 1.650 metri di dislivello positivo.
Negli ultimi mesi, ho notato un problema ricorrente: nella fase finale delle mie gare, mi sento completamente scarico, sia fisicamente che mentalmente. La stanchezza non è solo muscolare, perdo lucidità, faccio errori di ritmo e la concentrazione vacilla.
Dopo aver analizzato la situazione, ho individuato due cause principali (e relative soluzioni):
Allenamento insufficiente nella fase finale – Devo lavorare di più sulla resistenza negli ultimi chilometri, simulando la fatica delle gare lunghe.
Integrazione non ottimale – Credevo di sapere tutto sui carboidrati durante la corsa, ma la realtà è che spesso sottovalutiamo quanto e come assumerli.
Ho già studiato le maltodestrine e le bevande/gel energetici, ma questa volta voglio approfondire dalle basi: i carboidrati nello sport, come usarli e perché sono fondamentali per evitare il famoso “muro” nelle competizioni di endurance.
I carboidrati sono la principale fonte di energia
Perché assumere carboidrati durante l'allenamento
Tre motivi per cui i carboidrati sono fondamentali
1. Sono la prima fonte di energia dei muscoli. Se li esauriamo, calano forza e resistenza.
2. Servono per innescare l’adattamento allo stimolo allenante.
3. Permettono un recupero più rapido tra un allenamento e l’altro.
Se ti alleni oltre un’ora, è essenziale integrare carboidrati anche durante lo sforzo.

Quanti carboidrati assumere in allenamento o gara

Fino a qualche anno fa si credeva che il massimo assorbibile fosse 60 grammi/ora. Ora sappiamo che possiamo arrivare fino a 90-120 grammi se utilizziamo miscele di zuccheri diversi. Questo perché ogni tipo di zucchero ha un proprio trasportatore intestinale. Miscelando, ad esempio, glucosio e fruttosio, aumentiamo l’assorbimento e riduciamo i problemi gastrointestinali. L’American College of Sports Medicine consiglia:
• 30-60 g/ora per attività fino a 2 ore
• 60-90 g/ora per attività da 2 a 3 ore
• fino a 120 g/ora per gare oltre le 3 ore
Il "muro" in maratona e sport di endurance: cos'è e come evitarlo con i carboidrati
Il muro energetico: quando finiscono i carboidrati
Le riserve di glicogeno nel corpo umano sono limitate: in media circa 400-500 grammi totali, equivalenti a 1600-2000 kcal. Durante uno sforzo prolungato come una maratona o un’ultratrail, queste riserve si consumano progressivamente, fino ad esaurirsi completamente dopo circa 2 ore e mezza (in condizioni di sforzo medio-alto). Quando ciò accade, il corpo è costretto a usare altri substrati energetici, come i grassi, che però non sono sufficientemente rapidi da sostenere un’intensità elevata. Il risultato? Il “muro”: calo drastico della performance, sensazione di stanchezza estrema e crisi mentale.
60 grammi all’ora x 4 ore = 240 grammi totali richiesti
Di questi, circa 450 grammi sono disponibili sotto forma di glicogeno muscolare ed epatico (in una persona ben nutrita)
Ma attenzione: non tutte le riserve sono accessibili fino alla fine, quindi è più realistico considerare che servano almeno 200-250 grammi di carboidrati “extra” da introdurre dall’esterno per evitare il muro.

Quale miscela di zuccheri scegliere
Gel, drink e nuove tecnologie: l’idrogel


in conclusione

Non esiste una regola unica. Ogni atleta ha bisogni diversi in base all’intensità, alla durata dello sforzo e alla propria tolleranza. Quello che funziona per uno, può non andare per un altro. Il consiglio è sempre lo stesso: testa in allenamento, varia le fonti di carboidrati e non improvvisare mai nulla in gara. I carboidrati, se usati correttamente, fanno la differenza.
Conoscere i propri limiti e lavorare per superarli passa anche attraverso una strategia nutrizionale precisa. Preparare il corpo a tollerare quantità maggiori di carboidrati, educare l’intestino e scegliere i prodotti giusti può trasformare una gara da incubo in un’esperienza di successo. Ogni corsa lunga è anche una sfida metabolica: affrontala con intelligenza, testa le soluzioni migliori per te e ricorda che l’alimentazione è parte integrante dell’allenamento. Solo così si può costruire la resistenza vera, quella che non crolla al 30° chilometro.