perchè ho scritto un blog

Ogni tanto qualcuno me lo chiede, e perciò ho un paio di risposte pronte: alcune più serie, altre meno. In realtà, me lo sono chiesto spesso anch’io: perché ho aperto un blog?
La verità è che ho aperto un blog per diverse ragioni. Prima di tutto, sentivo il bisogno di esprimermi, di discutere, di parlare e soprattutto di condividere ciò che ho imparato nel corso degli anni. La condivisione delle conoscenze e delle esperienze mi ha sempre affascinato, e il blog è diventato il mezzo perfetto per farlo.
Ho aperto un blog per me stesso. Ho iniziato trascrivendo decine, forse centinaia di appunti. Ho raccolto ritagli di riviste, stampe di notizie da altri blog, libri e siti web. Ogni informazione che trovavo interessante o utile finiva nella mia raccolta, trasformandosi in futuri articoli che speravo potessero essere di aiuto anche ad altri.
Sognavo un luogo di incontro virtuale dove poter discutere, confrontarsi e crescere insieme a una comunità di lettori appassionati.
Quindi, se mi chiedete perché ho aperto un blog, la risposta è semplice: per il piacere di condividere, per la necessità di comunicare e per la voglia di imparare continuamente. E ogni volta che qualcuno trova utile o interessante ciò che ho scritto, sento di aver raggiunto il mio obiettivo.

L’ho fatto anche per me, per capire se tutto ciò che ho letto e scritto alla fine ne abbia fato tesoro o meno. Volevo comprendere se come dico sempre alla fine della fiera la corsa ti migliora anche come persona.
Ho aperto un blog perché avevo bisogno di trovare i miei simili. Riconoscermi in una specie. Avevo la necessità di parlare di corsa, alimentazione, allenamenti e di rendere tutto questo parte di una conversazione quotidiana.

Scrollare il feed di uno dei tanti social network ha la sua utilità, è sicuramente uno strumento di ricco di informazioni e, solitamente, rispecchia in modo abbastanza accurato i nostri interessi
Ma personalmente trovo che i social network si prestino poco alla discutere di contenuti seri e veramente importanti, dopotutto l’utente medio apre Instagram molte volte al giorno, scrolla rapidamente il feed, mette qualche like, a volte lascia un commento senza pensarci troppo e rimette in tasca lo smartphone dimenticandosi abbastanza rapidamente di quanto fatto.

Risulta quindi improbabile scrivere un articolo come quello che state leggendo ora, sotto ad una foto su Instagram, o su un post di Facebook, Twitter non ne parliamo se dovessi copiare quanto scritto fino ad ora su twitter per pubblicarlo questo sarebbe il risultato: sforerei di ben 2651 caratteri.
E' semplice non scrivere nulla che tu non leggeresti.