
Il Vertical K2: La Scalata a Punta Helbronner
Il Vertical K2 è senza dubbio la prova regina del weekend. Questa gara mette i partecipanti di fronte a una sfida straordinaria: coprire una distanza di soli 11 chilometri, ma con un dislivello positivo di ben 2200 metri, fino a raggiungere i 3560 metri di quota di Punta Helbronner. Questa è la stessa altitudine dell’arrivo dell’ultima stazione italiana dello Skyway, una terrazza naturale che domina il massiccio del Monte Bianco.
Se il Vertical K2 rappresenta la sfida estrema, il Vertical K1 offre un’opzione leggermente più accessibile, ma comunque altamente impegnativa. Questa gara, che si sviluppa su un dislivello di 1050 metri, conduce i partecipanti fino al Rifugio Pavillon, a 2173 metri di altitudine. Anche se meno arduo rispetto al K2, il K1 è tutt’altro che una passeggiata.

La Salita: Verso il Pavillon e Oltre



Quando finalmente metto piede sulla balconata, la sensazione è indescrivibile. Davanti a me, a 3560 metri di altitudine, si apre uno dei panorami più spettacolari al mondo. La vista sul Monte Bianco, il Dente del Gigante e la Vallée Blanche è qualcosa che toglie il fiato. Ma più che il panorama, è il senso di realizzazione che mi colpisce.

Arrivare a Punta Helbronner, dopo aver affrontato una delle sfide più dure della mia vita, è una vittoria personale che va oltre il semplice fatto di aver completato la gara. È la conferma che con la determinazione e la volontà si possono superare i propri limiti, che le montagne, per quanto alte, possono essere scalate.

in conclusione

Mentre mi guardo intorno, ripenso a tutto il percorso. Ogni metro, ogni sforzo, ogni momento di dubbio è stato parte di un viaggio che mi ha portato fino a qui. La fatica svanisce, lasciando spazio a un profondo senso di soddisfazione. È un ricordo che porterò con me per sempre, una dimostrazione che non importa quanto sia dura la salita, l’importante è continuare a salire.
Con il cuore pieno di emozioni e gli occhi pieni di bellezza, scendo al Pavillon, dove una birra fresca mi attende. Con un sorriso soddisfatto, ammiro il panorama che mi circonda, sapendo che ogni passo, ogni goccia di sudore, ne è valsa la pena.
Ci sono gare che non si
riescono ad esprimere solo con le parole